Frammenti Parte III

Frammenti Parte III

 

La cena era terminata e i piatti erano stati sparecchiati. La stanza era illuminata dalla luce calda e dorata del fuoco che ardeva nel camino.

Aryndel sedeva con la schiena dritta su una poltroncina di pelle, gli occhi fissi sul libro che teneva in mano. Era immerso tra le frasi di un antico tomo di incantesimi, mentre lo zio Goldor sorseggiava un calice di vino. Il ragazzo era assorto nella lettura, la sua mente viaggiava tra le pagine, navigava tra i segreti della magia.

Aveva un'espressione concentrata sul volto, gli occhi che guizzavano rapiti su ogni pagina. Il suo corpo magro e atletico era avvolto in una tunica color crema, con una cintura di cuoio intrecciata intorno alla vita. I capelli scuri erano raccolti in una coda di cavallo, lasciando scoperto il suo viso intelligente e determinato.

Aryndel dedicava ogni giorno ore allo studio della magia e degli incantesimi, assorbendo ogni parola scritta nei libri con una sete di conoscenza insaziabile. Era sempre in cerca di nuove informazioni, di nuovi incantesimi da imparare, di nuovi modi per migliorare le sue abilità. La sua mente era acuta e la sua determinazione era forte.

Goldor era sempre stato un uomo di grande saggezza e conoscenza, ma la dedizione del giovane Aryndel nello studio della magia lo colmava di un orgoglio particolare. Seduto accanto al camino, sorseggiava il suo vino con un sorriso sulle labbra, mentre osservava il nipote, con la luce del fuoco che si rifletteva sui lineamenti concentrati del giovane, illuminando i suoi occhi verdi e i capelli castani.

Spesso, la sera, il mago gli raccontava storie delle sue avventure e battaglie, dei suoi viaggi in luoghi lontani e delle sue scoperte magiche. Il ragazzo ascoltava con occhi sgranati, entusiasmato dal brivido dell'avventura. Goldor aveva appeso la sua spada al chiodo da quando Aryndel era entrato nella sua vita, dedicando tutto il suo tempo a insegnare e proteggere il nipote.

La stanza era illuminata dalle fiamme del camino e i libri erano ammucchiati ovunque, testimoni della passione di entrambi per la conoscenza e la magia. Il ticchettio ritmico dell'orologio a pendolo appeso sul camino riempiva la stanza, segnando il trascorrere delle ore.

L'orologio era un'opera d'arte in tutto e per tutto, un tesoro che Goldor aveva ricevuto in dono dal suo vecchio amico e maestro artigiano di Arvandor. La città di Arvandor, situata nelle profonde valli delle montagne del Nord, era famosa per la maestria dei suoi abitanti nella lavorazione del legno, della pietra, dei metalli e delle pietre preziose. Le sue grotte scavate nella roccia, con finestre e porte decorate con l'oro e l'argento, erano il luogo ideale per creare oggetti di incredibile bellezza e complessità. Il ticchettio, così preciso e regolare, era come una melodia che accompagnava i pensieri di Goldor mentre osservava il nipote dedito alla lettura.

Gli abitanti di Arvandor erano una rara e antica razza nota come Trow, simile ai nani per la loro abilità nella lavorazione dei metalli e delle pietre preziose, ma con una statura più alta e una corporatura più robusta. Essi erano un popolo orgoglioso e riservato, ma estremamente ospitale verso gli amici e i visitatori degni. La loro comunità era governata da un consiglio di anziani, che erano anche i maestri artigiani più rispettati del villaggio. La loro abilità nella lavorazione delle pietre preziose era leggendaria, custodivano gioielli e tesori di una bellezza senza pari. I Trow erano anche esperti nella creazione di armi e armature di eccezionale qualità, spesso richieste dai guerrieri e dai re delle terre circostanti. Loro vivevano una vita semplice ma ricca di tradizioni e rituali legati alla loro arte e alla loro fede nella protezione degli dei delle montagne. O almeno, così si raccontava. Erano in pochi coloro che riuscivano ad avventurarsi e poi tornare da quelle montagne.

Le precise lancette d'argento segnavano le 20:33 quando Goldor interruppe il silenzio: «Aryndel» disse con voce profonda e gentile, «ti piace quel libro che stavi leggendo in biblioteca?»

Aryndel alzò lo sguardo, gli occhi scintillanti di entusiasmo. «Sì, zio, è un libro meraviglioso!» esclamò, appoggiando delicatamente il volume di incantesimi sul tavolo accanto a lui.

Goldor sorrise, compiaciuto dalla reazione del nipote. «Allora, vai a prenderlo. Che ne dici se ne leggiamo qualche pagina insieme?» chiese con una voce calda e invitante.

Senza esitare, Aryndel con un movimento fluido si alzò dalla sedia e si diresse verso la biblioteca, con passo svelto e determinato, ansioso di continuare la lettura di quel misterioso libro, mentre il ticchettio dell'orologio a pendolo accompagnava la sua camminata.

Il giovane apprendista si affrettò verso la biblioteca, con il cuore che gli batteva per l'eccitazione. Giù per le lunghe scale, i suoi passi echeggiavano nell'oscurità, mentre le ombre si addensavano intorno a lui. Il chiarore della luna filtrava attraverso le vetrate, creando un'atmosfera surreale e illuminando solo alcune zone della grande stanza.

Il ragazzo si guardò intorno, ammirando l'architettura imponente della biblioteca. I pilastri di marmo bianco si ergevano verso il soffitto a volta, decorati con intricate incisioni e intagli. Le finestre, alte fino al soffitto, erano ornate con vetri colorati che raffiguravano scene fiabesche. La luna piena, che si specchiava sui vetri, gettava una luce magica sui libri ammucchiati sugli scaffali, come se fossero stati incantati dalle parole stampate su di essi.

«fire» sussurrò il ragazzo. Delle fiamme arancioni e danzanti si levarono dalle sue dita, illuminando ogni angolo della grande stanza della biblioteca,  rivelando vecchi ripiani carichi di testi polverosi e vecchie pergamene. Il calore del fuoco gli avvolse il corpo, e per un momento i suoi occhi sembrarono diventare rossi cremisi, come se la magia fosse diventata un'estensione del suo essere. Il ragazzo si serviva spesso della sua magia per sbrigare qualche compito, anche se lo zio gli aveva severamente raccomandato di non usarla davanti ad altre persone.

Con la luce del fuoco che illuminava la sua strada, si diresse con passo deciso verso lo scaffale dove aveva riposto il manoscritto. Con il libro stretto al petto, tornò dallo zio, ansioso di scoprire insieme a lui i segreti celati tra quelle pagine.

Aryndel tornò nello studio, i suoi passi risuonavano con una nota di trionfo mentre riprendeva posto sulla poltroncina di pelle. L'aroma del legno e delle erbe aromatiche riempiva l'aria, creando un'atmosfera accogliente e rilassante. «Eccolo qui!» esclamò con orgoglio tendendo il libro allo zio.

In quel momento, Luminar si materializzò dall'ombra e con un agile balzo si accoccolò sulle gambe del ragazzo, guardandolo con un'espressione incuriosita, come se volesse unirsi alla loro lettura. Il ragazzo sorrise, accarezzando con affetto la pelliccia morbida della creatura, che emise un ronfo soddisfatto.

Goldor prese il libro con delicatezza, esaminando con cura la copertina logora e i bordi ingialliti. La scrittura era antica e intricata, i caratteri incisi con cura e precisione. Il suo sguardo si illuminò mentre sfogliava le pagine, come se stesse riscoprendo un tesoro perduto. Il mago annuì con approvazione, posando il calice di vino accanto alla poltrona. Con voce solenne e maestosa, e aprendo il libro alla pagina indicata dal nipote, domandò: «Molto bene, Aryndel. Siamo pronti per iniziare la nostra lettura?»

Il ragazzo annuì con entusiasmo, intanto Luminar si accomodava ancora di più sulle sue gambe, entrambi erano pronti ad ascoltare la storia che sarebbe stata narrata. Nessuno sapeva che il loro destino stava prendendo forma in quell'esatto momento. Una forza potente e misteriosa, che governa le vite degli uomini e degli dei. Una corrente impetuosa che scorre attraverso l'eternità, plasmando gli eventi del mondo con la sua volontà implacabile.

C'è una bellezza nel caos e nell'incertezza, una bellezza che solo il destino può creare. I personaggi della nostra storia saranno come i fili di un tessuto, ciascuno con il proprio spessore e il proprio ruolo da svolgere. Alcuni saranno forti e resistenti, altri invece delicati e fragili, ma tutti insieme creeranno un'opera d'arte unica. E mentre il destino continua a intrecciare i suoi fili rossi con maestria, creando un disegno che si svelerà solo a poco a poco, noi ci lasciamo trasportare dalla meraviglia di ciò che sta per accadere, consapevoli che non sappiamo come andrà a finire, ma state certi che sarà un viaggio straordinario.


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